10 Marzo si ricorda il 140° anniversario della morte di Giuseppe Mazzini,


Il 10 Marzo si ricorda il 140° anniversario della morte di Giuseppe Mazzini, anniversario che mi sembra giusto ricordare con le parole del patriota rumeno Dimitru Bartinau quando seppe della scomparsa dell’Apostolo della Libera: "Ho il diritto, mi sento in dovere di dire a chi non abbia avuto la fortuna di conoscere Mazzini di persona, cosa sia stato quel grande uomo che per quasi mezzo secolo personificò il movimento di emancipazione di tutti i popoli. Mezzo secolo durante il quale tutti coloro che lottavano per la libertà e la nazionalità ovunque venivano chiamati mazziniani, mezzo secolo durante il quale il mondo conobbe due sole potenze, due bandiere: Mazzini, vessillo di libertà, lo zar Nicola, simbolo di dispotismo. Le circostanze fecero sì che io conoscessi quasi tutti gli uomini della rivoluzione e della diplomazia europea e che anche lavorassi con alcuni di loro. In tanti ammirai le doti del cuore e dell'intelligenza; ma tutti avevano anche i difetti opposti a tali doti. Ciascuna di quelle grandi individualità aveva sì degli aspetti luminosi, ma anche dei nei e dei lati oscuri. In Mazzini trovai l'essere più completo, più armonico; solo in lui trovai riunite tutte le qualità, anche quelle che solitamente si escludono. Mazzini era gracile di complessione, ma robusto e forte; mai lo vidi malato. La sua figura pareva scolpita nell'acciaio; aveva tratti di regolarità classica e di grazia moresca. I pensieri non lo abbandonavano un solo minuto e lo rendevano malinconico, ma la sua coscienza serena e la sua grande fede nell'avvenire dell'Italia avevano raccolto nel suo cuore un fondo infinito di letizia, e appena gli rivolgevi la parola, in un istante, senza il ben che minimo sforzo, il sorriso gli si levava sulle labbra, la fronte gli si rasserenava, gli occhi gli lacrimavano di speranza, e in un linguaggio pieno di vivacità parlava per delle ore intere e il volto gli si illuminava; il suo eloquio si animava man mano che avvertiva come crescesse la comunanza di idee e di sentimenti tra lui e l'interlocutore: il che succedeva quasi sempre". Queste parole sono uno splendido omaggio all'Uomo e al suo amore per la libertà, per l’Uguaglianza e la Fratellanza tra i Popoli. Parole queste che in una società tormentata come la nostra, priva di grandi idealità per cui lottare e impegnarsi nella vita civile risuonano ancora più che mai attuali. Giuseppe Mazzini, con la sua onesta intellettuale e la sua rettitudine di vita privata e pubblica è un modello da presentare alle giovani generazioni per stimolare in loro modelli positivi da conoscere, studiare e imitare. Solo attraverso questa via potremmo mettere in pratica il grande legato risorgimentale che coloro che “hanno fatto l’Italia” ci hanno consegnato.

Dott Marco Baratto